SCHEDA FILM

27
Ottobre
2023
18:15
Aosta
Théâtre de la Ville
Mon pire ennemi
di Mehran Tamadon
Motivazioni
Un film che si apre con una domanda e che si chiude aprendosi a un’altra domanda: è giusto far soffrire le persone in nome del cinema? Una messa a nudo letterale dei limiti della rappresentazione e dell’impossibilità di cambiare la coscienza delle persone. Una dichiarazione sull’impotenza dell’uomo e del cinema di fronte alla violenza. Una riflessione sulla labilità dei confini morbosi dell’immedesimazione.

Francia,
2023 – 81‘
Festival di Berlino
Selezione Ufficiale
Visions du Réel, Nyon
Selezione Ufficiale
SINOSSI
Un’opera ibrida sulla violenza dell’apparato poliziesco iraniano, che parallelamente solleva un sottile interrogativo: è giusto far soffrire le persone in nome del cinema?
Mojtaba, Hamzeh, Zar e altri sono stati incarcerati e hanno subito interrogatori ideologici in Iran, in diversi periodi della loro vita. Mehran Tamadon, il regista, chiede loro di sottoporlo a un interrogatorio nel modo in cui potrebbe condurlo un agente della Repubblica islamica. Vorrebbe che il vero torturatore iraniano si vedesse attraverso il film come in uno specchio. Ma l’esperienza violenta di mettersi nei panni del torturatore li mette di fronte ai propri limiti e all’ambivalenza del progetto stesso.
Mehran Tamadon
Mehran Tamadon ha diretto “Behesht Zahra, Mothers of Martyrs” nel 2004 e “Bassidji” nel 2010, in cui tentava di dialogare con i difensori del regime iraniano. Ha continuato questo approccio con l’Iran, dove ha convinto i sostenitori del regime a convivere con lui. I suoi nuovi film, “My Worst Enemy” e “Where God Is Not”, presentati alla Berlinale nel 2023, trattano della violenza degli interrogatori e della detenzione in Iran.